Gruppo di studio e attenzione AIDEA
“Politiche e management del Patrimonio Culturale
nelle diverse prospettive del valore”
Strumenti e metodi di misurazione e valutazione
Coordinatori: Prof.ssa Barbara Sibilio e Prof. Fabio Donato
Referente CD AIDEA: Prof. Luciano Marchi
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1. Descrizione del tema
La profonda crisi dell'economia colpisce un po’ tutti gli ambiti della vita civile, fra cui, anche, le istituzioni culturali. Queste, da un lato, subiscono le conseguenze della grave situazione in essere, dall’altro, possono essere valide leve per aiutare il sistema a risollevarsi.
Si apre quindi il dibattito su quali atteggiamenti sia opportuno assumere nei confronti delle istituzioni culturali del Paese, e, più in generale, del suo Patrimonio culturale. Ad oggi, il dibattito si è concentrato su una presunta dicotomia tra attività di valorizzazione mediante l'uso e attività di conservazione che tenderebbero a precluderlo. Nel Paese si è cristallizzata, una contrapposizione tra gli assertori delle due tendenze, contrapposizione che ha coinvolto non solo gli orientamenti e le prospettive, ma anche i linguaggi, le metodologie e gli strumenti da adottare.
Si tratta in realtà di una questione mal posta. Valorizzazione e conservazione sono, nei fatti, due facce della medesima medaglia. Non vi può essere valorizzazione al di fuori di una politica di conservazione. E valorizzare significa attribuire rilevanza, non solo culturale, ma anche sociale ed economica, al Patrimonio ed alle attività delle istituzioni culturali, rilevanza necessaria a creare e diffondere nel tessuto sociale un ampio consenso alle politiche di conservazione.
Emerge dunque l’esigenza di un approccio unico, integrato, che per sua natura non può che essere interdisciplinare. Ed emerge la necessità di individuare, all’interno delle discipline coinvolte, i più appropriati approcci metodologici, anche nella prospettiva del dialogo e della fertilizzazione incrociata tra ambiti scientifici differenti. In particolare, emerge l’esigenza di individuare e definire strumenti e metodi di misurazione e valutazione del patrimonio culturale nelle diverse prospettive del valore.
Le istituzioni culturali del nostro Paese (musei, biblioteche, teatri, archivi storici, ed altro ancora) sono dotate di sistemi di misurazione, talvolta modesti e minimali, per fini eminentemente normativi, talaltra, più articolati ed ampi per rispondere ad esigenze informative interne. Queste realtà predispongono poche informazioni, e in qualche caso addirittura nessuna, per far conoscere all’esterno la ricchezza e la specificità delle risorse tangibili e intangibili che possiedono.
A livello internazionale si constata l’utilizzo da parte di musei – di matrice prevalentemente anglosassone (U.K, USA, Australia) e francese (Francia, Canada) – di documenti denominati “annual report” o “rapport d’activité” o “rapport annuelle”, diversi fra loro per struttura, contenuto, dimensione e potere informativo.
In sintesi, con riferimento agli approcci attualmente prevalenti nel nostro Paese per la valorizzazione del Patrimonio Culturale diffuso sul territorio, in una comparazione internazionale emergono svariati punti di debolezza: incapacità di concepire in modo integrato azioni di valorizzazione e azioni di conservazione; eccessiva enfasi sulla formulazione delle politiche a discapito della verifica dei risultati; una scarsa propensione a «fare sistema»; bassissimo coinvolgimento dei soggetti privati; diffusa considerazione del Patrimonio Culturale quale fonte di costi di restauro/conservazione/manutenzione, da un lato, e di rendita, dall'altro, piuttosto che come investimento, e volano di sviluppo; insufficiente partecipazione delle comunità locali nelle scelte strategiche.
2. Finalità della ricerca
Questo studio punta alla comprensione delle modalità attraverso le quali le istituzioni culturali ed il Patrimonio (artistico, archeologico, etnografico e antropologico, scientifico, storico, ambientale – in sintesi – Culturale) diffuso nel territorio possano essere opportunamente «valorizzati». Questo termine, definito attraverso una pluralità di ambiti di osservazione, assume un significato a tutto tondo. coniugando i profili economici con quelli culturali, e non solo, ma anche sociali, etici, estetici, educativi. Di fatto, l'effetto economico generato da tale «valorizzazione» non può essere disgiunto dagli altri, specialmente da quello culturale che comprende elementi valoriali di base del nostro tessuto sociale, quali l’identità, il senso di appartenenza, la conoscenza delle proprie radici, il legame intergenerazionale. Numerosi tra questi afferiscono alla sfera economica, come il sistema dei valori intangibili che decreta il grado di attrattività di un determinato territorio.
Appare dunque indispensabile considerare in modo congiunto i profili ritenuti rilevanti, legando tra di loro le scelte di politica con quelle di management. Infatti, la valorizzazione del Patrimonio Culturale del Paese non si può realizzare se non attraverso una stretta connessione tra il momento della formulazione delle scelte e quello della loro concreta realizzazione. Troppo spesso, invece, nel settore culturale l’interesse e l’enfasi si sono fermati al livello delle politiche senza tradursi in termini attuativi. E troppo spesso è stata posta molta cura sulla fase programmatoria senza verificare, in fase consuntiva, i concreti effetti ed i reali risultati ottenuti.
In questa ottica, si intende porre particolare attenzione al tema dei sistemi di misurazione, con finalità informative interne ed esterne. Un sistema di misurazione, dunque, “integrale”, cioè rivolto sia all’interno, per supportare gli organi decisionali nei processi di scelta e di controllo, sia all’esterno, per favorire la rendicontazione, la comunicazione e la trasparenza nei confronti della collettività, nonché “integrato”, vale a dire capace di ricomporre ad unità le manifestazioni qualitative e quantitative (monetarie e non) della gestione.
Si delinea così un sistema di misurazione multidimensionale, in grado di fornire tutte le informazioni, idonee a consentire ai molteplici soggetti la valutazione dell’efficacia, sotto i vari profili, e dell’efficienza-produttività dell’istituzione culturale. Ad esso si deve affiancare un sistema di comunicazione multilivello, che tende a realizzare una collaborazione – capace di generare apprendimento – sia all'interno, attraverso lo sviluppo dei sistemi di programmazione e controllo, sia all'esterno, attraverso varie forme di cooperazione fra l’istituzione e gli attori sociali.
In definitiva, la ricerca è finalizzata alla costruzione di una visione congiunta dei profili sopra richiamati, con l'obiettivo ultimo di individuare logiche, strumenti e metodologie per una sostenibilità sia economica che sociale delle azioni di valorizzazione del Patrimonio Culturale.
3. Oggetto della ricerca
La ricerca si focalizzerà sulle politiche e sui sistemi di management del valore del Patrimonio riferiti sia a singole istituzioni culturali, sia a sistemi culturali complessi diffusi su un territorio. In particolare, porrà l’accento sui sistemi di misurazione, finalizzati sia a supportare le decisioni strategiche e gestionali, sia a determinare i risultati conseguiti ed a comunicarli in modo trasparente alla comunità. Dunque, si cercheranno di individuare un sistema di misurazione integrato e integrale, e quindi multidimensionale, e un collegato sistema di comunicazione multilivello, orientato a favorire il coinvolgimento e la partecipazione dei cittadini dei diversi territori.
Con riferimento alle singole istituzioni culturali, un primo passo riguarderà lo studio delle normative di fonte pubblica (a livello nazionale e internazionale) ed i regolamenti emanati da organismi (Unesco, Icom, AAM, …) che disciplinano le rilevazioni e la rendicontazione delle istituzioni culturali. Inoltre, saranno analizzate le più appropriate modalità di misurazione interna e di rendicontazione esterna proposte dalla dottrina e/o riscontrabili nella prassi.
Con riferimento al Patrimonio Culturale diffuso, i temi principali riguarderanno i sistemi di governance, di indirizzo, misurazione e controllo, necessari per iniziative complesse, che coinvolgono più soggetti (pubblici e privati) e che necessitano di logiche di sistema, anche in forma di rete (si pensi alla valorizzazione dei sistemi museali o delle reti teatrali, del patrimonio storico seriale, quali i circuiti dei castelli, delle ville o delle dimore storiche, così come ai parchi naturali del nostro Paese). Saranno prese in esame anche le tematiche proprie dei distretti culturali, nei quali i profili socio-culturali e quelli imprenditoriali ed economici si legano strettamente tra di loro.
Da questo studio preliminare si intende ricavare la base cognitiva necessaria per individuare delle “linee guida” da seguire nella definizione delle politiche e dei sistemi di management del valore del Patrimonio Culturale e nella progettazione e realizzazione di coerenti sistemi di misurazione.
Più nello specifico, potranno essere oggetto di studio i seguenti temi:
a) cosa si intende per patrimonio culturale: analisi della letteratura e dei diversi paradigmi;
b) valore del patrimonio culturale come contributo ad un nuovo modello di sviluppo economico (modalità per creare valore dal turismo culturale, impiego di nuove tecnologie per rendere "accessibile" il patrimonio culturale, eventi culturali live o tramite media);
c) politiche per la valorizzazione del patrimonio e la produzione di cultura: ruolo di differenti livelli di governo;
d) sistemi di governance interna e stili di direzione
e) il ruolo dei diversi soggetti nelle politiche culturali: distretti culturali, network culturali, forme di collaborazione- partnership pubblico-privato;
f) modelli di finanziamento finalizzati a promuovere e presentare la qualità e a produrre un effetto moltiplicatore di "attrazione fondi";
g) la misurazione dei risultati (in senso ampio) ai fini di responsabilizzazione e miglioramento interno e di comunicazione con gli altri interlocutori esterni;
h) sostenibilità economica e rendicontazione sociale.
4. Risultati attesi
Questa ricerca intende essere una proposta aperta per avviare una riflessione sul tema del Patrimonio Culturale del nostro Paese, che risulta essere, ad oggi, una tra le risorse economiche meno valorizzate ed anche meno indagate. L’auspicio è quello di un dialogo tra gli studiosi della Accademia Italiana di Economia Aziendale interessati alla tematica, al di fuori di steccati, barriere e confini disciplinari.
L’output atteso è rappresentato da workshop e convegni aperti ad accademici, operatori professionali ed aziende così da affinare le considerazioni elaborate dal gruppo di studio. Sulla base delle considerazioni emergenti da tali eventi, si cercherà di ottenere output editoriali, quali volumi collettanei, atti di convegni, contributi per riviste, ecc. mirati a dare maggiore diffusione alle riflessioni ed alle risultanze emergenti dai lavori.
In termini di possibili sviluppi futuri, l’auspicio è quello di una successiva ulteriore apertura nei confronti di soggetti esterni alla nostra Accademia. Ciò con l’obiettivo di avviare e rafforzare un dibattito, ad oggi statico e sterile, anche con gli studiosi di discipline non economiche (conservazione, dei beni culturali, restauro, museologia, e così via), con i professionisti che operano nelle istituzioni culturali, ed infine con quei soggetti che hanno intrapreso una attività imprenditoriale nel settore della cultura.
5. I promotori ed i partecipanti
Il gruppo di studio tende a coinvolgere ricercatori impegnati nell’analisi del tema enunciato in ambito nazionale e internazionale. I promotori del gruppo di studio e attenzione sono i Professori BARBARA SIBILIO, Professore ordinario di Economia Aziendale presso l’Università degli Studi di Firenze, e FABIO DONATO, Professore straordinario di Economia Aziendale presso l’Università degli Studi di Ferrara. Altri accademici che hanno collaborato alla stesura di questo documento, manifestando la loro disponibilità ed il loro interesse a partecipare a questo gruppo di studio e attenzione, sono: Prof. ELIO BORGONOVI (Università Bocconi), Prof. GIUSEPPE MARCON (Università di Venezia), Prof. ANTONIO MATACENA (Università di Bologna), Prof.ssa ANNA MERLO (Università di Aosta), Prof. MASSIMO MONTELLA (Università di Macerata), Prof.ssa FULVIA ROCCHI (Università di Venezia), Prof. ANTONELLO ZANGRANDI (Università di Parma).
6. Le attività del gruppo e le modalità di adesione
La finalità del gruppo è quella di favorire lo scambio di idee ed esperienze così da condurre attività di ricerca congiunte. Il metodo di lavoro sarà centrato principalmente nella presentazione di note scritte (sul modello dei working paper) relative alle ricerche teoriche ed empiriche effettuate e nella discussione di gruppo via e-mail e in occasione di incontri periodici. L’adesione al gruppo è volontaria e può essere richiesta da tutti gli studiosi delle varie aree dell’economia aziendale, così da poter sviluppare un proficuo dibattito e un approccio sistemico al tema. L’adesione prevede l’impegno a presentare almeno un lavoro di ricerca nell’ambito dei lavori del gruppo e dei seminari pubblici organizzati. Si invitano gli interessati a manifestare la loro adesione entro il 31/11/2009.
7. Contatti
Coloro che fossero interessati a partecipare a questo gruppo di studio o desiderassero ricevere maggiori informazioni possono prendere contatti con:
Barbara Sibilio (tel. 055 570128 – fax 055 4374910 – e-mail barbara.sibilio@unifi.it )
Fabio Donato (tel. 0532 455050 – fax 0532 750908 – cellulare 338-4742487 – e-mail donato@economia.unife.it )