Si è svolta a Roma, presso la sede del CNR, la giornata organizzata da ANVUR per presentare alle società scientifiche e a un gruppo selezionato di riviste (fascia A) un progetto di sviluppo di indicizzazione in discipline tradizionalmente prive di strumenti di analisi quantitativa (aree CUN 10 – 14).
La giornata è stata arricchita dalle presentazioni dei due maggiori data base bibliografici internazionali, ISI-Web of Science (Thompson Reuters) e Scopus (Elsevier).
Molto ampia e sentita la partecipazione alla giornata, segnale tangibile dell’attenzione e anche della preoccupazione con cui la comunità scientifica sta vivendo la valutazione della ricerca in Italia.
AIDEA ha esposto la propria posizione sul progetto indicizzazione proposto dall’ANVUR, d’intesa con le società scientifiche delle discipline aziendali presenti all’incontro e supportata da un intervento di SIMA.
Secondo i documenti diffusi, il progetto intende pervenire alla costruzione di un data base delle riviste italiane di area umanistica e sociale, con finalità di raccolta di dati utili alla valutazione della ricerca e alla comunicazione internazionale dei risultati della ricerca italiana. Il data base includerà riviste italiane di area umanistica e sociale, di cui verranno pubblicati i metadati riferiti ai singoli articoli, e i cui articoli full text verranno conferiti allo scopo di estrarre informazioni citazionali e di uso a fini di valutazione. Si propone una fase sperimentale in cui vengono invitate tutte le riviste italiane classificate di fascia A ai fini della Abilitazione Scientifica Nazionale o della VQR.
La posizione di AIDEA in merito identifica alcune criticità e porta a formulare delle proposte.
La criticità maggiore riguarda il significato ed il valore della bibliometria per la valutazione della ricerca in generale e per le discipline aziendali. Si tratta di un tema controverso, su cui non esiste consenso né in Italia né nel mondo. In UK e in Australia la bibliometria è stata recentemente abbandonata anche per le scienze dure, come ricorda il documento di Massimo Sargiacomo “La nuova valutazione della ricerca in UK: no ai dati citazionali, gerarchie di journals, IF ed analisi bibliometrica” pubblicato sul portale AIDEA.
In Italia non esiste una presa di posizione sulla bibliometria che sia stata condivisa con le società scientifiche. AIDEA ha espresso la propria apertura a un confronto, assieme alle altre società scientifiche e ad alcune riviste disponibili.
La seconda criticità riguarda in effetti la gestione della fase sperimentale, che essendo limitata alle riviste di fascia A, nell’area 13 esclude qualsiasi rivista italiana, salvo lo sviluppo di “criteri specifici, in coerenza con l’attività del GEV di area e sentito il Gruppo di lavoro Riviste scientifiche”.
La terza criticità riguarda l’esclusiva focalizzazione sugli articoli di journal del costituendo data base, che finirebbe col sacrificare altri prodotti di ricerca irrinunciabili per gli studi aziendali, come le monografie.
Le proposte di AIDEA considerano il data base come un utile strumento per fare ricerca, più che bibliometria. Uno strumento che dovrebbe essere neutrale e il più possibile omnicomprensivo, senza criteri di accesso che non siano quelli del riconoscimento-accreditamento della rivista da parte delle società scientifiche. AIDEA al riguardo ha intrapreso il progetto accreditamento delle riviste nazionali ed è disposta a fare da facilitatore rispetto alle direzioni delle riviste da coinvolgere.
Secondo AIDEA il data base dovrebbe da subito includere le monografie, perché nelle discipline aziendali la monografia rappresenta un veicolo irrinunciabile di approfondimento e di sistematizzazione della conoscenza. Al riguardo l’iniziativa AIDEA di accreditamento di collane di monografia e working paper, che presto arriverà a completamento, potrebbe costituire una base di partenza.
La terza proposta vede la necessità di strutturare il data base intorno a parole chiave (subject categories) definite assieme alle società scientifiche. AIDEA ha attivato un gruppo sulla tassonomia nelle discipline aziendale che ha appena dato avvio ai lavori.
In conclusione, si ribadisce l’importanza del confronto e del dialogo tra ANVUR e comunità, in un momento in cui è forte il bisogno di coesione e motivazione da parte dei ricercatori e all’interno del Paese.
Marta Ugolini