di Donatella Depperu
Nel mese di agosto è entrata in vigore la legge Golfo-Mosca che prevede il rispetto delle quote rosa per i Consigli di Amministrazione delle società quotate e per quelle a partecipazione pubblica.
Parallelamente, quasi ogni giorno si evidenzia come i Paesi a maggior occupazione femminile siano quelli che sono più orientati alla crescita, constatando come in Italia non solo le donne occupino solo in minima parte posizioni di vertice, ma siano anche in percentuale meno presenti nel mondo del lavoro di quanto non avvenga in altri Paesi avanzati.
Il tema è dibattuto ormai da tempo, ma poca attenzione ha ricevuto l’analisi del ruolo che le donne hanno nell’ambito dell’Accademia. Al suo interno, tuttavia, settori e raggruppamenti presentano notevoli differenze, anche in conseguenza delle diverse percentuali di accesso delle studentesse, rispetto agli studenti, a diversi percorsi di studio.
In questo breve articolo si illustrano i risultati di una rilevazione condotta principalmente su dati MIUR (aggiornati al 2011), avendo come oggetto di osservazione gli accademici uomini e donne nei settori disciplinari coperti da AIDEA (corrispondenti, cioè, ai settori che vanno da SECS P/07 a SECS P/11).
A fine 2011, nei settori considerati, risultavano essere inquadrati nelle Università italiane (in qualità di ricercatori, professori associati o professori ordinari) 1792 persone: nel 66,3 % dei casi si tratta di uomini (1188 persone), mentre le donne sono 604 (cioè il 33,7% del totale).
La tavola 1 mostra la distribuzione del totale degli accademici per ruolo (ricercatore, associato, ordinario), mentre le tavole 2 e 3 mostrano la stessa distribuzione con riferimento, rispettivamente, agli accademici di sesso maschile e di sesso femminile.
Tavola 1 – Distribuzione totale accademici
Tavola 2 – Distribuzione accademici di sesso maschile
Tavola 3 – Distribuzione accademici di sesso femminile
La tavola 4 mostra invece il numero totale di accademici maschi e femmine per i singoli settori concorsuali (mantenendo distinti SECS P/09 e SECS P/11).
Tavola 4 – Numero di accademici maschi e femmine per settore concorsuale
Nella Tabella 1 sono riportate le percentuali di accademici maschi e femmine per settore concorsuale: emerge come la percentuale di donne nei settori concorsuali considerati oscilli tra il 23 e il 39%.
Tabella 1 – Percentuali di accademici maschi e femmine per settore concorsuale
% maschi |
% femmine |
|
P07 |
69,83% |
30,17% |
P08 |
60,78% |
39,22% |
P09 |
76,19% |
23,81% |
P010 |
67,57% |
32,43% |
P011 |
64,00% |
36,00% |
TOTALI |
66,29% |
33,71% |
Senza dubbio la percentuale di accademici donna sta crescendo, non solo nelle posizioni di ricercatore, ma anche di associato e ordinario. Al 2011, tuttavia, le donne ordinario erano 86 su un totale di 534, quindi poco più del 16%, una percentuale che non si discosta molto da quella della presenza femminile all’interno dei Consigli di Amministrazione.
Per quanto riguarda i Rettori, in Italia solo 3 appartengono ad uno dei settori che fanno capo ad AIDEA: di questi tre, uno è donna.
Se guardiamo alle posizioni di Preside di Facoltà di Economia, su di un totale di 65 Presidi, 26 appartengono a settori di area aziendale. Di questi 26, 6 (23 %) sono donne: una fa capo al settore SECS P/07; 3 al settore SECS P/08 e 2 al settore SECS P/11. La tavola 5 mostra la distribuzione dei Presidi di Facoltà di Economia per settore di appartenenza.
Tavola 5 – Distribuzione dei Presidi di Facoltà di Economia secondo il settore concorsuale di appartenenza
Fonte: nostra elaborazione su dati www.presidieconomia.com
Per avere un quadro più completo del contributo femminile e maschile nelle nostre Università dovremmo, però, avere informazioni dettagliate. La sollecitazione è quindi indirizzata a MIUR e ANVUR affinché forniscano dati circa la produttività scientifica e il carico didattico di tutti gli accademici, uomini e donne: solo così potremo capire quale contributo – al di là di un diverso clima organizzativo e di un diverso approccio alla gestione strategica ed operativa dei rispettivi dipartimenti, facoltà, scuole – è apportato dalle colleghe donne.
Vale infine la pena osservare che, se guardiamo alla prossima abilitazione nazionale, pochi sono i Professori ordinari di sesso femminile che si sono candidati per la partecipazione alle commissioni per la valutazione dei candidati, come evidenziato dalla Tabella 2 e dalla Tavola 6.
Tabella 2 – Numero di Professori ordinari che si sono candidati per la partecipazione, in qualità di membri di commissione, alla prossima abilitazione nazionale
Totale |
Uomini |
% Uomini sul totale |
Donne |
% Donne sul totale |
|
13 B1 |
108 |
98 |
91% |
10 |
9% |
13 B2 |
84 |
72 |
86% |
12 |
14% |
13 B3 |
18 |
15 |
83% |
3 |
17% |
13 B4 |
51 |
37 |
73% |
14 |
27% |
Fonte: nostra elaborazione su dati http://abilitazione.miur.it/public/aspirantiCommissari.php
Tavola 6 – Numero di Professori ordinari che si sono candidati per la partecipazione, in qualità di membri di commissione, alla prossima abilitazione nazionale
Anche questi dati possono contribuire a delineare il quadro dello squilibrio di genere ancora esistente nei nostri settori.