Tra pochi giorni Piacenza ospiterà il XXXVII Convegno Nazionale della nostra Accademia.
Un importante appuntamento che non possiamo mancare per riflettere insieme sul senso e sul significato dell’essere una comunità di studiosi e docenti, storie personali uniche, ma legate da relazioni profonde che definiscono il profilo concreto del mondo della ricerca e della formazione.
Non si tratta della riproposizione automatica di un appuntamento entrato nella routine, ma di una scelta attiva e consapevole, assunta con responsabilità, voluta da AIDEA ben sapendo i molti impegni che tutti abbiamo nelle nostre sedi, con l’avvio dei corsi, le attese dei nostri studenti, le scadenze delle pubblicazioni che incalzano. Abbiamo scelto di incontrarci e di trarre il massimo da questa esperienza come dimostra, almeno nei propositi e negli intenti del Comitato Scientifico e degli Organizzatori, l’intenso programma che abbiamo predisposto, ma soprattutto come attesta l’elevatissimo numero e l’ottima qualità dei paper presentati.
Vogliamo raccogliere la sfida della domanda, prima ancora della complessità delle risposte: quale bene perseguiamo, cosa concretamente vogliamo per i nostri studenti, per i giovani ricercatori, per il nostro sistema economico, per l’Italia e per l’Europa? Perché vogliamo parlarne a Piacenza?
Quando con i colleghi abbiamo deciso di presentare la candidatura della nostra sede, avevamo presente il contesto territoriale e sociale in cui operiamo. Dati recenti dimostrano che in tutto il mondo il numero delle persone che vivono nelle grandi metropoli ha superato quello dei residenti in ogni altra area. Le gigantesche città diventano sempre più cruciali per il futuro dell’umanità . I crocevia dei mercati e dei poteri economici e politici sono decisamente concentrati in pochi snodi vitali da cui le periferie paiono escluse.
Allora perché scegliere Piacenza? Una piccola città, una piccola sede universitaria, in un Paese seriamente ferito dalla crisi. Una città non ricca non povera, non conservatrice né progressista, non completamente multietnica, non totalmente chiusa agli stranieri.
Piacenza fondata nel 218 a.c. è stata per lungo tempo una delle più remote colonie dell’impero romano: lontana dal centro politico, economico e culturale della romanità. Una remota provincia. Ma da questi confini della civiltà, anni dopo, quando il declino dell’età romana prese avvio, arrivarono gli stimoli e le contaminazioni di un nuovo mondo, gli albori di una nuova fase della storia umana, della modernità.
Oggi Papa Francesco ci invita ripetutamente a guardare il mondo dalle periferie, ad avere uno sguardo inclusivo, capace di vedere gli altri e non solo sé stessi. Ci esorta a cambiare le prospettive e a vedere con occhi nuovi le persone, la natura, il mondo che ci appariranno diversi, ci offriranno nuove possibilità e ci apriranno nuove strade.
Così dalle periferie , care colleghe e cari colleghi, pensiamo insieme, condividiamo le conoscenze, uniamo gli sforzi per assumerci pienamente le responsabilità di questo nostro tempo.
Vi auguriamo un buon lavoro, premessa di grandi raccolti futuri.
Enjoy Piacenza.
Piacenza, 30 luglio 2015
Piacenza aspetta i suoi ospiti con apertura e disponibilità a farsi contaminare da questo incontro, felice di accoglierci.